In questo seminario, attraverso lo studio degli Yoga-sutra di Patanjali, vedremo come, per assaporare il nettare del nostro vero sé, sia necessario un graduale approfondimento dello stato dell’attenzione attraverso un percorso in tre tappe chiamate: dharana, dhyana e samadhi (concentrazione, meditazione e meditazione profonda), il così detto samyama.

Il saggio Patanjali ci ricorda come, attraverso il “riassorbimento” volontario dei sensi, il pratyahara, si può creare un profondo e veritiero rilassamento che genera conoscenza, intuizione e energia per il proseguo del cammino spirituale. In questo seminario studieremo:
. il pratyahara, il quinto membro dell’astahnga-marga . la fisiologia del rilassamento . lo yoga-nidra, una delle tecniche più significative per una profonda rilassamento consapevole.

C’è un’energia che impregna tutto l’universo e genera la vita; nello yoga questa forza prende il nome di prana. La più grande fonte di nutrimento di prana si ottiene con la respirazione. Per questo motivo attraverso alcune tecniche respiratorie precise chiamate pranayama si può conoscere, controllare e regolare quest’energia.
Il pranayama predispone la mente alla concentrazione e alla meditazione; la sua azione rende il pensiero fluido ed efficace, permettendoci di giungere alla chiara percezione delle cose, alla visione profonda.
Il respiro porta al prana, il prana porta alla mente, la mente porta alla profondità del nostro essere. Proprio per questo processo di approfondimento e di espansione esiste la pratica dello yoga.

Le Asana e il movimento. Le asana, posture fisiche, nell’immaginario collettivo contemporaneo sono l’espressione dello yoga.
Ma qual è il significato vero di questo termine? Cosa ci dicono gli Yoga-suta e gli altri testi classici della cultura indiana a tale proposito?

La finalità principale di questo inflessibile codice etico – comportamentale è di eliminare completamente tutti i disturbi mentali ed emotivi che caratterizzano la vita dell’essere umano nel suo quotidiano. Non è infatti possibile alcuna libertà dalle sofferenze mentali finché le tendenze egoiche, di cui lo Yama e Niyama si occupano, non siano state sradicate o almeno padroneggiate in grado sufficiente.

L’albero dello Yoga. Otto aspetti del processo evolutivo interiore
Circa 1500 anni fa un mistico indiano di nome Patanjali codificò in un testo di 196 versi (gli Yoga-sutra) un sapere della saggezza indiana che fino a quel periodo si era espresso in molte altre forme. Da questo momento questa perla di saggezza divenne il manifesto dello Yoga classico e uno dei sei sistemi filosofici ortodossi indiani.

Cosa si intende con la parola yoga? e con la sua pratica?

Per comprendere come sia nata la pratica dello yoga è necessario risalire alle origini del pensiero filosofico indiano e vedere come da questo impianto sia sorta tale disciplina. Uno sguardo retrospettivo ci aiuterà a capire meglio la natura delle mutazioni vissute e quelle tuttora incorso di questa meravigliosa arte del vivere.
Sarà un viaggio nel passato fino ad arrivare ai nostri giorni. Attraverso quest’analisi storica rifletteremo sul significato della pratica dello yoga, i suoi sviluppi e le sue cadute nel tempo. Per arrivare, infine, a tracciare le idee principali dello “yoga moderno”, quello che si sta sviluppando oramai nelle sale e nei centri di ogni angolo del pianeta.

Due lezioni gratuite per presentare i nuovi corsi che si terranno al Centro Pandolfi (Eudora) nella prossima stagione 2015 -2016.

Attraverso la pratica dell’Hatha Yoga e del Qi gong andremo ad innaffiare il seme della presenza mentale, l’ascolto profondo del proprio respiro… insomma quello che c’è 😉