Il dovere di essere sé stessi

 

Quelli che hanno virtù si occupano del loro dovere; quelli che ne sono privi si occupano dei loro presunti diritti. 

Lao-Tsu

 

Che personaggio Lao Tsu!

Sempre contemporaneo no?

 

Leggendo e meditando su queste parole mi sono sentito catapultato davanti allo specchio profondo dell’anima e, per dirla tutta, non ero così bellino come mi immaginavo. Lo specchio non mente.

 

Questo aforisma mi ha dato modo di osservarmi e di maturare alcune semplici riflessioni che voglio condividere, augurandomi che possano essere da specchio in un qualche modo anche per te.

 

In quest’epoca consumistica contemporanea avviata alla ‘libertà della sottomissione’, il termine “dovere” ci può apparire come sacrificio, autolesionismo, sofferenza. Sempre di più ci perdiamo in un’esistenza dove il “dovere” è da evitare e dove tutto sembra dovuto, dove ci si crede in diritto di essere liberi, di comprare.

 

Ma allora perché il saggio onora il “dovere”?

 

Per Lao Tsu, come per il Buddha, Gesù, Patanjali, Socrate e naturalmente tanti altri maestri, il “dovere” è quell’azione indispensabile che tu ed io dobbiamo compiere, è l’imprescindibile percorso da fare, è la scoperta della propria virtù e del proprio essere (Te, Dharma, Spirito Santo, Svadharma, daimon, ecc). Questo è il “dovere” che nobilita e che è funzionale all’accrescimento della Vita, all’essere Vita.

Un impegno concreto con sé stessi e con la comunità.

 

E’ uno sforzo?

Si lo è!

 

Ma il Taoismo ci parla del non sforzo, e quindi?

 

Il “dovere” di occuparsi della Vita è sinonimo di etica, di presenza e di energia vitale. Insomma, tutte quelle caratteristiche del principio universale che chiamiamo Amore e, l’Amore, è l’espressione massima del senza sforzo che nasce dalla virtù della spontaneità.

 

Chiedersi se le proprie azioni stiano contribuendo ad arricchire o impoverire la Vita mi pare qualcosa di buono per un risveglio al proprio presente.

 

Sto compiendo azioni che sostengono l’accrescere della Vita?

Sto mettendo a frutto il mio talento e le mie capacità?

Sto impiegando il mio tempo in modo significativo?

 

Chi arricchisce la Vita è coraggioso ed audace perché apre le porte all’oscurità e alle sofferenze, ma soprattutto  si da l’occasione di far entrare luce e felicità. Il rischio per chi non si imbarca in questo epico lavoro personale di apertura è quello di diventare ‘soldato di guerre non proprie’ o adepto di ‘captivi maestri’ che lo legano ancor più all’illusione, rendendolo maggiormente dipendente, insensibile e diviso. Ultrà.

 

Felice è chi dà il proprio frutto a nutrire la Vita, tanto la propria quanto quella altrui.

Vita è sentirsi al sicuro.

Allora difronte a questo specchio mi viene da dire: “Coltiva i doveri prima dei presunti diritti”.

 

Nico

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