La strada verso casa

Mi chiedo se è meglio vivere perdendosi che morire nel tentativo di lasciarsi guidare completamente da qualsiasi segnale di natura individuale/sociale che passa la storia, la mia storia. Siamo solo la strada che intraprendiamo?
Indicazioni, indicazioni, indicazioni, io, io, io, voi, voi, voi, tu, tu, tu, noi, noi, noi. La senti come la storia si ripete?
E’ inevitabile, se scegli una direzione stai chiamando e creando la sua opposta. Per questo, forse, “l’arte suprema” è quella di scegliere, inevitabilmente, ma senza farsi portavoce di qualche via assoluta migliore di altre. Sicuramente ogni scelta porta le sue conseguenze. Riesci ad accogliere la complessità della reciprocità?
Quando si tratta di identità personale sembriamo tutti delle ombre di marionette che si muovono più o meno scompostamente per il beneficio o maleficio di non si sa chi. Ci sforziamo a più non posso per “definirci” e “farci definire” ma in fin dei conti, forse, stiamo solo “intrappolandoci” e “facendoci intrappolare” o, peggio, “intrappolando” gli altri. Chi intrappola cosa?
C’è chi vuol essere riconosciuto come buono e felice, intelligente e acuto, scontroso e sgarbato, determinato e fiducioso, saggio e libero, tossico e autodistruttivo. C’è chi lotta tutta la vita per dimostrare agli altri di essere qualcosa, qualcuno, e c’è chi lotta per togliersi un‘etichetta messagli addosso da qualcun altro. C’è chi viene massacrato perché nasce nel posto sbagliato e c’è chi massacra perché non ha la connessione con il cuore della sofferenza. Probabilmente almeno in parte diventiamo solo la strada che percorriamo e le energie con cui entriamo in relazione. Se fosse così meglio stare attenti alle varie ombre che manifestiamo, hanno tanto da dirci. Le strade hanno la natura di voltare, okkio!
Viaggiare a me aiuta molto, mi fa sentire più vicino al nulla, a casa.
La pace nasce da dentro!

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