Lettere nella newsletter della Compagni dei cammini Dicembre 2018
Uno degli aspetti fondamentali dei nostri Cammini di Pace è quello di stimolare il viaggiatore a risvegliare la consapevolezza sul proprio momento presente, perché è nel momento presente che si esprime la vita, ed è nel presente che vogliamo viverla.
Per la maggior parte del tempo funzioniamo in modo meccanico come se vivessimo in fase “pilota automatico”, intrappolati dal nostro mondo mentale, virtuale, senza essere davvero consapevoli di quello che sta accadendo. Quante volte siamo partiti per un cammino e abbiamo percorso quel tratto di sentiero per poi arrivare a destinazione e non ricordare niente di quello che è accaduto nel tragitto? Le varie sfumature cangianti delle foglie, il trasformarsi della luce, le sensazioni del vento o del sole sulla pelle? Quante volte ci siamo persi nelle chiacchiere con qualche compagno o nel flusso dei nostri pensieri? Perdendoci la possibilità di familiarizzare con le continue trasformazioni dei nostri umori interiori? Quante volte abbiamo perso l’occasione di essere presenti a noi stessi e allo spazio che ci accoglie?
Questo funzionamento automatico, questa inconsapevolezza cronica, ci porta a passare accanto alla nostra esistenza e a perdere quei tanti istanti meravigliosi che l’essere vivi nel mondo ci può donare. Questo scollegamento perpetuo si ripercuote sull’esperienza della nostra vita, sia nei momenti piacevoli sia in quelli non piacevoli e dolorosi che, se accolti per quello che sono, potrebbero anch’essi rivelarsi fonte di grande crescita, intuizioni e di grande amore.
C’è un termine che in questi ultimi anni sta diventando sempre più spesso utilizzato sia nei centri di “crescita interiore” sia in ambito della medicina integrata ed è mindfulness, che significa piena consapevolezza. La mindfulness è lo stato di una mente presente nel presente, a se stessa.
Mi preme anche ricordare che la piena consapevolezza non è qualcosa di difficile da sperimentare, né qualcosa di mistico né esotico o misterioso che raggiungono solo pochi individui privilegiati, tutti con una buona e mirata disintossicazione fisica, emozionale e sociale abbiamo la possibilità di nutrirci nella mindfulness.
Questo “potere” che tutti abbiamo richiede chiaramente un po’ di allenamento, allenare la mente concentrando la propria attenzione semplicemente a quello che sta accadendo nel qui e ora. Per esperienza sappiamo che per imparare a suonare uno strumento musicale, per praticare un sport o per parlare una lingua straniera l’esercizio è fondamentale, lo stesso vale per la piena consapevolezza, c’è necessita di allenarci regolarmente così da poter familiarizzare con il nostro mondo interiore (pensieri, sensazioni e emozioni) e sviluppare la qualità della presenza.
La parola tibetana per meditazione è “Gom” appunto familiarizzare, fare amicizia con il nostro sé profondo. Mi piace molto questa associazione, infatti l’amicizia è un aspetto meraviglioso della nostra vita, l’amicizia è la casa/famiglia sicura dove possiamo sentirci tranquilli e ridimensionati, accettati e compresi, ed inoltre anche l’amicizia va coltivata come la mente della meditazione.
Camminare in presenza mentale, come ci ha insegnato anche il Buddha, se fatto con determinazione, apertura e con il sorriso, può diventare uno dei nostri strumenti di allenamento quotidiano alla mindfulness.
Nei Cammini di Pace inseriamo tecniche, sia antiche che moderne, per risvegliare questo potere naturale. I nostri viaggi così diventano una concreta opportunità per confrontarsi con se stessi e per rapportarsi con quella parte etica, luminosa e liberante che è dentro ognuno di noi.
Nico Di Paolo